Compasso d'oro alla Carriera

Unifor

Fortemente orientata alla ricerca e all’innovazione Unifor progetta e produce sistemi per ufficio pensati per soddisfare le richieste di un mercato estremamente esigente. L’azione di ricerca progettuale e sperimentazione condotta da Unifor si manifesta non solo nello studio di nuovi prodotti, ma anche nell’evoluzione di quelli esistenti: anche le proposte più innovative e collaudate sono infatti costantemente sottoposte a processi di aggiornamento e miglioramento. Questi aspetti qualificanti, che caratterizzano da sempre l’attività di Unifor, si evidenziano con chiarezza nei suoi prodotti, dove le tematiche del comfort, della qualità ambientale, unitamente a quella dell’uso sapiente e non invasivo della tecnologia sono sviluppate dall’azienda attraverso una serie di proposte innovative. Specializzata nell’ambito dei grandi interventi con elevati livelli di complessità, Unifor ha consolidato un posizionamento stabile nel mercato, con una presenza prevalente a livello internazionale.

 

Giotto Stoppino

Nato a Vigevano nel 1926, ha fondato con Vittorio Gregotti e Lodovico Meneghetti lo studio Architetti Associati (1953-1968) e ha poi aperto un suo studio, occupandosi di architettura, di urbanistica e di design. In quest’ultimo settore ha collaborato tra gli altri con i marchi Acerbis, Driade, Heller New York, La Rinascente, Kartell, Raak Amsterdam, Rexite, Uchida Tokyo, Zanotta. Sue opere sono nelle collezioni permanenti del MoMA di New York (lampada 537 Arteluce) e del Victoria Museum di Londra (mobile Sharaton). Ha partecipato a numerose Triennali di Milano e, nel 1972, alla mostra Italy: The New Domestic Landscape al Museum of Modern Art di New York. Nel 1988 ha tenuto il corso di Tecnologia dei Materiali presso la facoltà di Architettura di Palermo. Socio ADI dal 1960, ha fatto parte del Comitato direttivo (1966-1968, 1971-1973) e ne è stato presidente (1982-1984). Ha ottenuto due Premi Compasso d’Oro nel 1979 e nel 1991, e due menzioni d’onore nel 1960 e nel 1970.

 

Slow Food

Fondata da Carlo Petrini nel 1986, è diventata nel 1989 un’associazione internazionale. Oggi, con il diffondersi della rete di Terra Madre, conta 100.000 soci nel mondo, uffici nazionali in Italia, Germania, Svizzera, Stati Uniti, Francia, Giappone, Regno Unito, Olanda e aderenti in 130 paesi. Slow Food significa dare la giusta importanza al piacere legato al cibo, imparando a godere della diversità delle ricette e dei sapori, a riconoscere la varietà dei luoghi di produzione e degli artefici, a rispettare i ritmi delle stagioni e del convivio. Ma con un nuovo senso di responsabilità: una prospettiva che Slow Food ha chiamato eco-gastronomia, capace di unire il rispetto e lo studio della cultura enogastronomica al sostegno di quanti nel mondo si adoperano a difendere la biodiversità agroalimentare e dei luoghi conviviali che per il loro valore storico, artistico o sociale sono parte del patrimonio della cultura materiale.

 

Politecnico di Milano

Il design nelle università italiane ha avuto un significativo sviluppo negli ultimi vent’anni. A questo ha contribuito in modo particolare il Politecnico di Milano che ha saputo istituire sopra le proprie storiche radici (si pensi al legame tra l’ateneo e alcune figure straordinarie della storia del design quali Gio Ponti, Franco Albini, Achille Castiglioni e Marco Zanuso) il primo corso di laurea in Disegno industriale e successivamente, a partire dal 2002, la Facoltà del Design, oggi denominata Scuola del Design. Ciò è avvenuto per l’impegno di molti, tra cui ci piace ricordare Tomás Maldonado e Alberto Seassaro, primo preside della Facoltà del Design. Il design al Politecnico di Milano è oggi un sistema integrato di competenze che opera, tra formazione e ricerca, attraverso le proprie strutture quali il Dipartimento INDACO (Disegno Industriale, Arti, Comunicazione e Moda), a cui fanno riferimento il Dottorato di Ricerca di Design e il Sistema dei Laboratori, e il Consorzio POLI.design. Punto di incontro di culture diverse, in forte dialogo con il mondo professionale e imprenditoriale e con i principali centri internazionali di ricerca e formazione, il design al Politecnico ha svolto un ruolo fondamentale nella creazione a Milano di una comunità scientifica di riferimento.

 

Ingo Maurer

Nato nel 1932 sull’isola di Reichenau, sul lago di Costanza, si è formato come tipografo in Germania e in Svizzera. Dal 1954 al 1958 ha studiato grafica a Monaco di Baviera e dal 1960 al 1963 ha lavorato come designer indipendente a New York e a San Francisco. Nel 1966 ha fondato a Monaco la società Design M per produrre le sue lampade. Nel 1989 ha presentato le sue ricerche non commerciali sulla luce alla Fondation Cartier pour l’art contemporain di Parigi e nel 1999 ha collaborato con Issey Miyake. Tra i numerosi riconoscimenti internazionali il Lucky Strike Designer Award (2000), il Georg Jensen Prize (Copenaghen, 2002), il Fourth Oribe Award (Giappone, 2003), il Premio Design della Repubblica Federale Tedesca (2010). È Chevalier des arts et des lettres della Repubblica Francese dal 1986 ed è stato nominato Royal Designer of Industry dalla Royal Society of Arts di Londra (2005). Ha ricevuto la laurea honoris causa dal Royal College of Art di Londra (2006). Nel 2010 un’antologica della sua opera – Complete with Bulb. Light by Ingo Maurer – è stata allestita al Bauhaus-Archiv di Berlino.

 

Enzo Mari

Nato a Novara nel 1932, inizia negli anni Cinquanta le sue ricerche sulla percezione visiva, sulla psicologia della visione e sulla programmazione di strutture percettive. Esponente dell’Arte Programmata e Cinetica, coordina nel 1963 il gruppo Nuova Tendenza. Parallelamente inizia l’attività di designer occupandosi anche di grafica e di architettura, e collaborando tra gli altri con Danese, Driade, Magis, Olivetti, Robots, Zanotta. Ha partecipato alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia nel 1968, nel 1978 e nel 1986; a Documenta di Kassel nel 1968. È stato consulente per l’Arredo Urbano del Comune di Milano e, dal 1976 al 1979, presidente dell’ADI. Ha ottenuto per quattro volte il Compasso d’Oro. È membro del Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma, nel cui archivio sono raccolti circa novemila suoi disegni originali. Tra le sue numerose pubblicazioni i volumi Funzione della ricerca estetica (1970), Ipotesi di rifondazione del progetto (1978), Progetto e passione (2001), Autoprogettazione? (2002), La valigia senza manico (2004), Lezioni di disegno (2008), 25 modi di piantare un chiodo (2011).

 

Toshiyuki Kita

Dal 1969 ha ampliato la sua sfera professionale dal Giappone all’Italia e alla scena internazionale, in qualità di designer dell’ambiente e di prodotti industriali. Ha progettato numerosi prodotti di successo, dall’arredamento ai televisori LCD, dai robot agli elettrodomestici e ai complementi d’arredo. Negli anni recenti si è dedicato alla formazione, tenendo seminari e laboratori in Giappone, in Europa e in Asia. Continua, come ha sempre fatto, a coltivare l’attenzione per le tecniche artigianali tradizionali e lo sviluppo delle attività produttive locali.

 

Giancarlo Iliprandi

Da oltre cinquant’anni si occupa di design della comunicazione visiva, di ricerca sperimentale e metodologia operativa, collaborando con le principali industrie italiane. Dalla sua esperienza professionale sono derivati alcuni testi didattici abbastanza noti, pubblicati da Lupetti Editori di comunicazione, da Corraini Edizioni e da Franco Angeli. Dal 1999 è contitolare di un laboratorio di Teoria e prassi del progetto, presso la Scuola del Design del Politecnico di Milano. Dove, inoltre, da cinque anni dirige un corso di alta formazione in Type Design. È stato presidente dell’Art Directors Club Milano, Chairman BEDA, presidente Icograda e presidente ADI dal 1999 al 2001, dando vita alla Fondazione ADI per il Design Italiano. Nel corso della sua carriera ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti tra cui un Gran Premio Internazionale alla XIII Triennale di Milano; due premi Compasso d’Oro ADI nel 1979 e un terzo nel 2004; la Medaglia 2008 per il design dall’Università Anahuac Mexico Norte. Nel 2002 gli è stata conferita dal Politecnico di Milano una laurea ad honorem in Disegno industriale.

 

Piera Gandini

Ha vissuto intensamente il periodo dell’affermazione del design italiano insieme con Sergio Gandini, suo compagno dalla prima giovinezza, di cui ha condiviso e ispirato le scelte con libertà e passione. Insieme decisero nei primi anni Sessanta di lasciarsi coinvolgere dal mondo che sarebbe poi stato definito “design italiano” iniziando dalla distribuzione e aprendo a Brescia il negozio “Stile”, dove Piera Pezzolo Gandini svolgeva le funzioni dell’amministrazione, delle vendite, della gestione del magazzino, della logistica e della cura dell’immagine. Qui organizzò anche mostre di artisti e designer: da Mario Ceroli ai Mirabili, agli Archizoom, a Mario Botta, ad Antonia Astori, contribuendo alla diffusione capillare della cultura del design. “Stile” ebbe un ruolo importante anche nelle scelte innovative inerenti la conduzione di Flos, azienda di illuminazione presieduta dal 1965 da Sergio Gandini. Fermamente convinta dell’originalità dell’incontro tra imprenditore e designer, si dedica attualmente alla costruzione dell’archivio storico Flos.

Walter de Silva

Nato a Lecco nel 1951, ha iniziato la sua carriera al Centro Stile Fiat nel 1972, passando nel 1975 allo Studio Bonetto di Milano come responsabile del design degli interni. Dal 1979 al 1986 è stato responsabile del car design presso l’Istituto IDEA di Torino e, dopo una breve esperienza presso la Trussardi Design Milano, ha lavorato per Alfa Romeo come responsabile del Design Centre di Milano. Nel 1994 è stato nominato responsabile dello sviluppo dei nuovi modelli del Design Centre di Fiat e Alfa Romeo, per cui ha disegnato la 156 (1997) e la 147 (2001). Passato al Design Centre SEAT nel 1999 ha curato, tra gli altri, i progetti dei concept car Salsa e Tango, oltre ai modelli León, Altea e Toledo. Dal marzo 2002 è stato responsabile del design dei marchi del Gruppo Audi (Audi, Lamborghini e SEAT), ottenendo il premio “L’auto più bella del mondo” nel 2004 per l’Audi A6 e per la Lamborghini Murciélago Roadster. Dal 2007 è responsabile del design del Gruppo Volkswagen, di cui segue tutti i marchi e per la quale ha curato la sesta generazione della Golf (2008) e la nuova Polo.

Antonia Campi

Nata a Sondrio il 12 novembre 1921, studia al Collegio Reale delle Fanciulle di Milano e frequenta i corsi di Francesco Messina all’Accademia di Brera, dove si diploma in Scultura. Per tutti gli anni Cinquanta e Sessanta lavora all’ufficio artistico della Società Ceramica di Laveno, prima con Guido Andloviz, protagonista della storia del progetto italiano del Novecento, e poi succedendogli. Negli anni Settanta viene chiamata a dirigere il centro artistico della Richard Ginori, curando tutti gli articoli in produzione. Dopo l’istituzione della Pozzi-Ginori sceglie di dirigere il settore relativo alla progettazione di sanitari e piastrelle. Dal 1978 opera come consulente e freelance, mettendo a punto una numerosa serie di prodotti per diverse aziende (tra cui i sanitari per Cesame e la rubinetteria per Raf) e affrontando, a ogni scala del progetto (dall’architettura al gioiello), le tipologie e i materiali più diversi: dalla ceramica, al vetro, al metallo. Molte delle sue creazioni sono esposte in musei di tutto il mondo, tra cui il MoMA di New York.

François Burkhardt

Laureata al Politecnico di Milano nel 1951, ha iniziato l’attività professionale nel 1963, occupandosi di architettura civile e disegno industriale. Ha progettato in Italia e all’estero case unifamiliari, appartamenti, allestimenti museali, uffici, negozi. Nell’ambito del disegno industriale si è occupata del progetto di elementi per l’arredo e componenti per l’edilizia. Ha tenuto conferenze e lezioni a Berkeley, Barcellona, San Paolo del Brasile, Rio de Janeiro, Detroit e Los Angeles. Dal 1981 al 1983 ha insegnato Progettazione architettonica e Disegno industriale e Arredamento presso la facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Ha fatto parte del consiglio di amministrazione della XVI Triennale di Milano e nel 1986 ha partecipato alla mostra Progetto domestico, allestita dalla XVII Triennale. Ha ottenuto numerosi premi italiani e internazionali, ed è autrice di Le dimensioni umane dell’abitazione (1980), La dimensione del domestico (in La casa tra tecniche e sogno, a cura di Marisa Bertoldini, 1988) e Progettista a committente (in Struttura e percorsi dell’atto progettuale, 1991).

Cini Boeri

Laureata al Politecnico di Milano nel 1951, ha iniziato l’attività professionale nel 1963, occupandosi di architettura civile e disegno industriale. Ha progettato in Italia e all’estero case unifamiliari, appartamenti, allestimenti museali, uffici, negozi. Nell’ambito del disegno industriale si è occupata del progetto di elementi per l’arredo e componenti per l’edilizia. Ha tenuto conferenze e lezioni a Berkeley, Barcellona, San Paolo del Brasile, Rio de Janeiro, Detroit e Los Angeles. Dal 1981 al 1983 ha insegnato Progettazione architettonica e Disegno industriale e Arredamento presso la facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Ha fatto parte del consiglio di amministrazione della XVI Triennale di Milano e nel 1986 ha partecipato alla mostra Progetto domestico, allestita dalla XVII Triennale. Ha ottenuto numerosi premi italiani e internazionali, ed è autrice di Le dimensioni umane dell’abitazione (1980), La dimensione del domestico (in La casa tra tecniche e sogno, a cura di Marisa Bertoldini, 1988) e Progettista a committente (in Struttura e percorsi dell’atto progettuale, 1991).