Compasso d'oro alla Carriera

Marco Zanuso

Laureato in Architettura nel 1939 a Milano, è redattore di Casabella dal 1953 al 1956 e collabora con Arflex, Necchi e Borletti. Dal 1959 progetta con Richard Sapper per Brionvega televisori (Doney, 1962) e radio (Cubo, 1964). Nel 1964 inizia a collaborare con Kartell e con Siemens e progetta con Sapper il telefono Grillo (1967). Suoi i progetti per i complessi Olivetti in Argentina e Brasile (1961), gli stabilimenti Necchi a Pavia (1961), il Piccolo Teatro di Milano (1978). Nel 1956 partecipa alla fondazione dell’ADI, della quale è presidente dal 1966 al 1969. Sei i Compassi d’Oro oltre a quello alla carriera.

 
MOTIVAZIONE
Uno dei più grandi maestri della progettazione industriale e uno dei più convinti e capaci animatori della cultura del progetto degli ultimi cinquant’anni.

Gino Valle

Laureato in Architettura a Venezia (1948) esordisce nello studio Architetti Valle del padre continuandone l’attività. Nel 1951 studia alla Harvard Graduate School of Design. Tornato in Italia, collabora con Solari disegnando orologi a cifra e teleindicatori per aeroporti (1957 – 1963). Lavora poi per la Zanussi e insegna in varie università in Europa, USA e Sudafrica. Fra i progetti architettonici la sede della Zanussi a Pordenone (1961), la Banca Commerciale Italiana a New York (1981), la ristrutturazione del Teatro Olimpia di Parigi (1996). Due Compassi d’Oro oltre a quello alla carriera.

 
MOTIVAZIONE
Per aver aperto, attraverso il rinnovamento organizzativo del processo di progettazione specie nella grande impresa con esiti progettuali eccellenti, ha aperto nuove prospettive al progetto dei beni industriali complessi.

Ettore Sottsass jr

Per aver massimamente contribuito a inaugurare e sviluppare un’intera stagione espressiva che, caratterizzata da un alto e singolare impegno critico-polemico, ha esteso gli orizzonti del progetto a fattori, spesso essenziali, di complessità della vita da lui ineditamente portati alla luce.

Scuola Politecnica di Design

Prima scuola indipendente di design in Italia, fondata proprio nel 1954 dalla lungimiranza e dal coraggio di Nino Di Salvatore, ha avuto per insegnanti personalità preminenti del disegno industriale italiano formando migliaia di professionisti italiani e stranieri e, attraverso di essi, anche influendo sull’aprirsi di nuove scuole in vari Paesi del mondo.

Roberto Sambonet

Per aver saputo conferire simultaneamente continuità e innovatività di intenti e di qualità alla progettazione dell’automobile iniziata da suo padre e recentemente culminata con la comparsa della dimensione etica nelle ricerche più avanzate come le tre Ethos. Inoltre per aver contribuito massimamente all’immagine italiana attraverso il design Ferrari e per aver saputo sviluppare una diversificazione di destinazione delle capacità progettuali anche in campi meno frequentati.

Sergio Pininfarina

Per aver saputo conferire simultaneamente continuità e innovatività di intenti e di qualità alla progettazione dell’automobile iniziata da suo padre e recentemente culminata con la comparsa della dimensione etica nelle ricerche più avanzate come le tre Ethos. Inoltre per aver contribuito massimamente all’immagine italiana attraverso il design Ferrari e per aver saputo sviluppare una diversificazione di destinazione delle capacità progettuali anche in campi meno frequentati.

Olivetti

A riconoscimento del valore di un ceppo che ha illustrato la cultura italiana prima con Adriano e Roberto Olivetti e, negli anni più recenti, con il partecipare validamente all’impervio e complesso sviluppo della cultura delle tecnologie informatiche. Il Premio intende peraltro segnalare e incoraggiare l’attenzione convinta dell’Olivetti allo sviluppo delle nuove opportunità informatico-telematiche che stanno avviando cambiamenti epocali nella cultura e nella società.

Boob Noorda

Diplomato ad Amsterdam nel 1950, a Milano dal 1956, divenne nel 1961 art director di Pirelli e, dal 1963 al 1964, consulente artistico alla Rinascente. Fondò con Gregorietti e Vignelli Unimark International (1965), progettando la segnaletica delle metropolitane di New York, San Paolo e Milano. Lavorò per case editrici (Vallecchi, Sansoni, Feltrinelli), e progettò le corporale identity di AGIP, Dreher, Chiari&Forti, Mitsubishi. Vincitore di tre Compassi d’Oro oltre a quello alla carriera, progettò l’immagine coordinata di ADI e il marchio ADI Design Index (1999).


MOTIVAZIONE
Per la sua opera caratterizzata da eccezionali contributi sia alla prassi della comunicazione visiva, con l’interpretazione e spesso il chiarimento dei messaggi, sia all’invenzione grafica che non di rado ha aperto nuove modalità espressive di valore generale.

Bruno Munari

Per aver costituito in sessant’anni di lavoro di progettista e di artista uno dei più straordinari esempi di intelligenza sensibile, di humor critico, di umanità nel progetto e soprattutto di superamento felice di ogni barriera alla creatività.


MOTIVAZIONE
Per aver costituito in sessant’anni di lavoro di progettista e di artista uno dei più straordinari esempi di intelligenza sensibile, di humor critico, di umanità nel progetto e soprattutto di superamento felice di ogni barriera alla creatività.

Molteni & C.

Tra i protagonisti della cultura italiana dell’arredamento, ha saputo presentare un’offerta di prodotti disegnati con costante dignità, sicura qualità e ampia visione del contesto culturale.

Angelo Mangiarotti

Laureato in architettura a Milano nel 1948, collaborò all’allestimento della VIII e della IX Triennale. Visiting professor all’Illinois Institute of Technology (1953-54), progettò tra l’altro il sistema Cavalletti (Agape, 1953), le lampade Lesbo e Saffo (Artemide, 1967), la sedia Tre 3 (Skipper, 1978). Negli anni ’60 insegnò all’Istituto Superiore di Disegno Industriale di Venezia, poi nelle facoltà di Architettura di Palermo e Firenze, quindi al Politecnico di Milano, dove nel 2002 ricevette la laurea honoris causa.

 
MOTIVAZIONE

Per la sua intera opera e in particolare per la capacità di interpretare i materiali, di trasferire ai beni industriali le forme dell’immaginazione colta e di conferire ai prodotti una permanenza nella cultura, al di là della datazione.

Tomás Maldonado

Fu nel 1935 tra i promotori del movimento dell’Arte concreta in Argentina e, in Germania, nel 1954 fu tra i fondatori della Hochschule fur Gestatung di Ulm, dove insegnò fino al 19656, passando poi fino al 1970 all’Università di Princeton. Nel 1967 si trasferì in Italia dove nel 1971 fu fra i fondatori del corso DAMS dell’Università di Bologna e, al Politecnico di Milano, coordinò il primo corso di laurea italiano in Disegno industriale, per contribuire poi allo sviluppo dei corsi di Design dell’Università IUAV di Venezia. Autore di numerosi saggi, fu direttore della rivista Casabella dal 1979 al 1983.

MOTIVAZIONE
Per aver illustrato la cultura del disegno industriale attraverso un’intera vita di studi e di lavoro, esercitando un fascino intellettuale che ha costantemente accompagnato lo sviluppo del Disegno Industriale a livello internazionale. Della sua vasta opera, mentre si segnalano gli studi illuminanti, antichi e recenti, sulla cultura materiale, si vuole ricordare l’intensa attività didattica che, espressa magistralmente alla Hochschule fur Gestaltung di Ulm/Donau (1954- 66) e poi in Italia, è culminata con la recente istituzione del Corso di Disegno Industriale del Politecnico di Milano.

Vico Magistretti

Fu tra i fondatori del Movimento Studi Architettura e attivamente coinvolto nella ricostruzione del dopoguerra: abitazioni, edifici per uffici, alberghi, cinema. Fra le architetture più significative il Dipartimento di Bioscienze dell’Università di Milano (1978), la casa di Tanmoto a Tokyo (1985), il deposito Famagosta per  la Metropolitana Milanese (1989). Come designer progettò tra l’altro per Artemide (lampada Eclisse 1967, sedia Selene 1982), Cassina (divano Maralunga 1973), Oluce (lampada Atollo 1977). Tre Compassi d’Oro oltre a quello alla carriera.


MOTIVAZIONE
Per la sua intera opera e in particolare per la ricerca tutta personale condotta nel campo dell’arredamento, i cui esiti così spesso sorprendono per rendere indistinguibili la variazione per approfondimento dall’innovazione radicale.

Flos

Sviluppatasi per merito del pragmatismo di Sergio Gandini con e per il disegno industriale, la Flos ha saputo adottare con successo una politica di esplorazione avanzata, costruendo un’offerta coerente che testimonia come gli stessi obiettivi imprenditoriali possano tradursi in fattori di cultura.

Domus Academy

L’attenzione costante alle tematiche di frontiera – dall’umanizzazione delle tecnologie all’esplorazione dei nessi tra design e moda, dalla riflessione sulla sociologia del progetto al design management e al design dei servizi – la qualità della didattica e le realizzazioni editoriali fanno di Domus Academy un fattore di nuova reputazione della capacità progettuale italiana.

Boffi

In ricordo del suo fondatore Dino Boffi e in riconoscimento della costante ricerca di qualità, di ergonomia e di integrazione nell’abitazione che, con la progettazione e la realizzazione di cucine, hanno spesso segnato la storia del settore a livello internazionale.

Artemide

Per l’articolato apporto alla cultura dell’arredamento, per l’impiego spesso avanzato dei materiali e delle tecnologie, anche attraverso le competenze progettuali di Ernesto Gismondi, e per la complessiva qualità della produzione e dell’immagine.