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Concept

ADI Design Museum di Milano presenta dal 3 maggio al 3 giugno la mostra del regista e produttore Alberto Nacci dal titolo “Frames”, curata e organizzata da ajpstudios con la collaborazione culturale del Museo Italo Americano di San Francisco

“Ho l’animo del jazzista perché considero che il jazz sia uno stile di vita, un modo rigoroso e creativo di affrontare i problemi in modo ‘strutturato’, con la capacità di ‘cogliere l‘attimo’ grazie a quella magnifica risorsa che è l’improvvisazione.” (Alberto Nacci) 

Una mostra tutta da vedere e da ascoltare nel segno della raffinata poetica narrativa e della capacita di tradurre il suono e la voce in immagini fotografiche. 

Tratta da venti cortometraggi musicali in bianco e nero dal titolo “Body&Sound”, realizzati da Alberto Nacci tra il 2014 e il 2022 e pluripremiati nell’ambito di diversi festival internazionali, “Frames” e il risultato di una sapiente ed armonica combinazione di musica, arti visive e arti performative per un inedito percorso immersivo, e vuole restituire in venti fermi-immagine dalla forte connotazione emozionale – una per ogni docufilm – la profonda relazione mentale e corporea che nasce fra il musicista e il suo strumento, interazione empatica che non si puo descrivere se non attraverso la musica o la voce. 

Come ognuno dei cortometraggi racconta lo “spartito interiore” dei musicisti con inquadrature ravvicinate e mai scontate che si soffermano sui dettagli delle mani, degli strumenti o dei volti degli interpreti, così i venti frames in mostra – immagini in bianco e nero riprodotte su formato di grandi dimensioni (cm 160×90), ognuna delle quali numerata e firmata dall’autore – vogliono restituire quegli “attimi” che sfuggono al racconto ma che sono il diapason del loro essere musicisti. 

“La luce definisce le silhouette dei protagonisti che emergono da neri profondi e saturi” – sottolinea la storica e critica dell’arte Barbara Vincenzi nel suo testo in catalogo – “I bianchi e neri infiniti sembrano attingere da una tavolozza di un sapiente pittore, ma realizzati con l’animo del jazzista che riesce a cogliere le sfumature dei ritmi e dell’estemporaneità, tra bagliori e suoni, tra forti contrasti e nitidezza dei particolari.” 

L’affidarsi al bianco e nero offre alle stesse immagini una valenza artistica maggiormente pregnante, toglie ogni alibi di distrazione che potrebbe derivare dall’insieme caotico dei colori e da la possibilita all’autore di parlare direttamente con lo spettatore, non attraverso la storia ma attraverso il messaggio contenuto del contrasto netto fra neri e bianchi. 

Proprio per questa scelta artistica dell’autore, le venti immagini esposte nel nuovo ADI Design Museum non solo evidenziano la forte relazione che si instaura tra l’uomo e il suono, tra musica e immagine, ma fanno trasparire come sia stretta la correlazione fra la composizione fotografica e la musica, due forme d’arte solo apparentemente distanti fra loro. 

“Frames” traduce i suoni in immagine, rimodulando il “percepire soggettivo” di ognuno di noi e offrendo al visitatore la possibilita di cogliere l’oscillazione ritmica che svela la connessione quasi primitiva che ogni musicista instaura con il proprio strumento, quintessenza del concetto di liberta : un’esperienza multimediale unica, dove ogni frame in mostra non solo offre un racconto autentico della forza della musica, vero e proprio atto di liberazione dell’anima, ma va oltre l’immagine stessa, riuscendo a stimolare l’inconscio e a ricondurci a suoni, odori, emozioni e colori del nostro passato. 

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