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Concept

La mostra, dal 15 dicembre 2023 al 21 gennaio 2024, a cura di Achille Bonito Oliva e Valentino Catricalà, rilegge il complesso lavoro del noto artista siciliano

Fra arte, design e scenografia, la mostra ripercorre il lavoro di Filippo Panseca: dalle prime opere cinetiche degli anni Sessanta, passando ai “progetti biodegradabili” degli anni Settanta, dalle sperimentazioni tecnologiche fino ai progetti di design e alle scenografie. Nato a Palermo nel 1940, l’artista di primo piano negli anni Sessanta e Settanta è stato uno dei pionieri dell’arte digitale in Italia, delle tematiche legate all’ambiente, di riflessioni sulla nuova società dell’informazione. 

All’interno della mostra, tra le opere esposte, sfere, quadri, opere cinetiche e, nello specifico, SWART Art o Mat, il distributore automatico di opere d’arte digitali e il racconto della Vittoria alata, effimera e biodegradabile, della statua di Napoleone di Canova, esposta nel cortile dell’Accademia di Brera.

“Pittura, scultura, disegno, fotografia, design e architettura si intrecciano nella produzione di Filippo Panseca”, scrive nel catalogo Achille Bonito Oliva, curatore della mostra insieme con Valentino Catricalà, “installazioni che possono sostare in qualsiasi spazio, ma senza il pericolo di una totale integrazione. Nomadismo ed eclettismo stilistico reggono la forma, l’affermarsi di una progressiva decomposizione quanto ad unità spaziale del momento produttivo e unità temporale di quello contemplativo”

“L’arte di Panseca”, prosegue Valentino Catricalà, “può essere letta come un costante tentativo di ricerca di un’arte che abbia un contatto stretto con la società, nel rinnovare i popoli e rivelare la vita. Fattore evidente anche nell’interesse dell’artista per le ‘arti applicate’, come il design, la scenografia e la grafica”.

Attraverso documenti inediti, si mette in risalto la grande attività espositiva che lo ha visto partecipare alle Biennali di Venezia, a due Triennali di Milano, alla Quadriennale di Roma e a mostre presso gallerie quali Il Naviglio, Apollinaire, L’Obelisco.

“Filippo Panseca”, nelle parole di Luciano Galimberti, presidente ADI, “con la sua poetica introduceva in tempi non sospetti argomenti che oggi sono di drammatica attualità per la sopravvivenza del pianeta. L’ho ritrovato in un suo prototipo visionario di lampada da tavolo poliedrica: un’idea di riproposizione dei valori della classicità che mi ha aperto alla complessa visione di un intellettuale impegnato non tanto nella dimostrazione del sé – come nella prassi di molti artisti organici – quanto nella proposta di domande, di questioni, di dubbi, attraverso una moltitudine di linguaggi e tecniche”.

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