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Concept

A cura di Severino Salvemini

30 settembre 2021 – 31 ottobre 2021

Questa mostra è frutto di una tripla contaminazione: la musica jazz, l’acquerello e il framing. Tre ingredienti, in parte tra loro anche contradditori. Innanzitutto i miei musicisti preferiti – non certo la storia della musica jazz – incluso qualche artista eterodosso, che magari farà arricciare il naso ai puristi (“Carosone, ma che c’entra?”). Una musica imperfetta, un po’ sghemba e sporca, con scarti di lato e un mix di swing e di saudade. Poi l’acquerello, con l’acqua che scappa da tutte le parti e i contorni che non trattengono, ma con le tinte su tinte più dolci e aggraziate possibili. La terza dimensione è la prospettiva, il frame, l’inquadratura. Un taglio fotografico che mette sotto controllo i primi due aspetti, un po’ anarchici. Il frame che struttura, che spiazza, che rende i personaggi protagonisti unici.

Ecco, questo libro in filigrana sono io: un perenne tentativo di controllare razionalmente ciò che deve essere lasciato andare. Una battaglia continua tra il rischio di errare e il desiderio di non sbagliare, convinto però che la vita sia troppo corta per essere vissuta solo con la testa e non invece anche con la pancia. Che evitare l’imperfezione sia un po’ evitare la piena esistenza.

Se poi, soffermandovi su questi ritratti, sentirete in sottofondo delle note e magari vi metterete a fischiettare, a battere il ritmo con il piede e a muovere la gamba, vuol dire che sarò riuscito nel mio intento.

Severino Salvemini

Economista e professore ordinario all’Università Bocconi ha insegnato in atenei italiani e stranieri e scritto molti volumi in tema di organizzazione aziendale. Editorialista del Corriere della Sera su temi economici, curioso “sconfinatore” in ambiti non suoi si diletta a realizzare acquarelli. Le sue opere sono state pubblicate in Prego, farsi riconoscere al citofono (Skira, 2014), Fantasmi urbani (Skira, 2018) e Ruggine (Associazione CAF, 2020).

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