IMG 3269Ph. Denise Manzi

Il cucchiaio e la città. Mostra permanente Collezione Storica Compasso d'Oro

“Il cucchiaio e la città” è la mostra permanente dell’ADI Design Museum e rappresenta il nucleo centrale del percorso espositivo. Il titolo richiama la celebre espressione dell’architetto Ernesto Nathan Rogers, che nel 1952 sintetizzava con la frase “dal cucchiaio alla città” la visione di una responsabilità progettuale capace di estendersi a tutte le scale, dal più piccolo oggetto d’uso quotidiano fino alla complessità dello spazio urbano.

Curata da Beppe Finessi, la mostra ripercorre tutti i progetti premiati con il Compasso d’Oro, dal 1954 a oggi, seguendo un ordinamento cronologico che rinuncia a ogni gerarchia e interpretazione soggettiva. Questo approccio permette di leggere ciascun oggetto nel proprio contesto storico, offrendo un racconto visivo che riflette gusti, valori e trasformazioni culturali nel tempo. Al contempo, il percorso rende visibile l’evoluzione del design italiano, mettendo in luce l’emergere di nuove tipologie, linguaggi e ambiti di applicazione.

L’esposizione si sviluppa nello spazio perimetrale della sala principale del museo e prosegue in altre due sale, articolandosi in una serie di sezioni dedicate alle diverse edizioni del premio. Ogni sezione presenta gli oggetti premiati in quell’anno, accompagnati da materiali che ne raccontano il processo progettuale: disegni, fotografie, schizzi, pubblicità, modelli e prototipi. I prodotti non sono mai esposti da soli, ma all’interno di un sistema che ne valorizza la complessità e il contesto, trasformando ogni sezione in una vera e propria “camera delle meraviglie” contemporanea.

Accanto a queste sezioni storiche, la mostra integra una serie di approfondimenti dedicati a singoli progetti selezionati, affidati di volta in volta a curatori diversi. Questi focus cambiano periodicamente, offrendo sguardi critici sempre nuovi sulla Collezione Storica e stimolando riflessioni trasversali sui temi del progetto. Ogni dettaglio dell’allestimento riflette l’identità del museo: il design non è presentato come semplice forma da contemplare, ma come esito concreto di un processo collettivo, che coinvolge competenze diverse, ricerca, sperimentazione e cultura del fare.