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Concept

Dopo il primo appuntamento del 2018 che affrontò il tema degli scambi artistici tra Italia e Giappone, l’Università degli Studi di Milano riconferma la collaborazione speciale con la Ishibashi Foundation di Tokyo organizzando il Secondo Simposio Internazionale dal titolo “GIAPPONE DESIGN. Arti oltre i confini / ジャパン・デザイン   越境のアート” curato dalla prof.ssa Rossella Menegazzo, docente di Storia dell’arte dell’Asia Orientale al Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali.

Il simposio che si terrà in presenza e in streaming il giovedì 13 e venerdì 14 ottobre presso l’Aula Magna dell’Ateneo nella sede centrale di Festa del Perdono 7 a Milano vede la partecipazione dei più importanti designer e architetti giapponesi attivi sul piano internazionale da una parte, e di designer giapponesi e italiani che hanno segnato profondamente la storia del design con sinergie e collaborazioni che hanno visto l’Italia, con Milano al centro, e il Giappone protagonisti. Tra i nomi di spicco: Kuma Kengo, Fukasawa  Natoto, Hasuike Makio, Kita Toshiyuki, Giorgetto Giugiaro, Ito Setsu e Shinobu, Andrea Branzi, Sudo Reiko, oltre a nomi rappresentativi della generazione più giovane come Tamura Nao, Ashizawa Keiji, Araki Kosuke.

Al centro del discorso vi è il design contemporaneo giapponese con le sue implicazioni culturali che trovano fondamento nelle arti classiche e nella fluidità dei confini tra linguaggi creativi, dalla calligrafia alla pittura alle arti applicate al design, all’architettura allargandosi a coprire le arti dei fiori e dei profumi. Le categorizzazioni di “belle arti” (bijutsu) e “arti applicate” (kōgei) sono state mutuate dall’Europa alla fine del XIX secolo, mentre il concetto di design grafico in termini contemporanei ha sostituito il concetto di “disegno tecnico decorativo” (zuan) solo negli anni cinquanta del Novecento.

Tra gli obiettivi, quello di discutere le forme e i concetti del design giapponese in relazione all’atto creativo, alla gestualità, al senso del tempo e dello spazio, ma anche i nuovi equilibri tra produzione industriale e fatto a mano, tra materiali innovativi e tecnologici e materiali naturali, in un contesto giapponese ma in un’ottica universale. D’altra parte è innegabile il fascino che da sempre esercita la cultura giapponese attraverso il design e i raffinati manufatti d’arte e artigianato che lasciano trasparire un sentimento di rispetto e cura verso il particolare e un senso del tempo dedicato diversi da quelli occidentali. L’uso dei materiali, la semplicità e la precisione delle forme è alla base di quello che percepiamo come “WA”, quell’armonia che contraddistingue l’estetica giapponese, la “giapponesità” di un prodotto che sempre più si è fatta strada nello stile di vita italiano, europeo e occidentale in genere, come dimostra il grande successo dei marchi giapponesi presentati sul mercato internazionale.

L’interesse verso questi temi è tanto vivo all’estero quanto si sta facendo strada anche in Giappone negli ultimi anni, con una maggior attenzione verso l’artigianato artistico locale, le botteghe storiche e i maestri che per generazioni portano avanti tradizioni familiari che se faticano a reggere il cambiamento sociale ed economico della globalizzazione moderna, è anche vero che trovano nuove forze e idee di rinnovamento proprio in seno al design.

Diviso in quattro sessioni il simposio, nella prima giornata, introduce a  una nuova riflessione culturale sul design giapponese da una parte in relazione alla produzione artigianale e artistica tramandata per generazioni oltre le categorizzazioni occidentali che vedono una netta divisione tra belle arti e arti applicate, evidenziando come ancora oggi i confini tra i linguaggi dell’arte, del design e dell’artigianato siano labili e fuggevoli in Giappone; dall’altra, la seconda sessione, intende offrire una lettura internazionale dell’evoluzione del design giapponese attraverso uno sguardo sul passato e verso il futuro di alcuni osservatori chiave internazionali presenti in Italia e in Giappone: il Salone del Mobile e il FuoriSalone, riviste di settore come Interni e Axis, programmi televisivi educativi promossi dalla Tv di Stato giapponese NHK e centri di ricerca universitari.  

La seconda giornata mette a dialogo l’esperienza della prima generazione di designer italiani e giapponesi che dagli anni sessanta ha saputo creare sinergie e progettualità fino ad allora non esistenti, spesso scegliendo Milano come città in cui vivere e stabilire la propria attività, e le proposte di designer più giovani alla ricerca di strade nuove legate alla tecnologia più avanzata, ma anche alla ricerca di risposte e soluzioni legate ai temi sociali, ambientali ed economici attuali. Storie e testimonianze di vita e di professione, di relazioni personali e di scelte determinanti che hanno cambiato il panorama internazionale del design creando soprattutto ponti culturali originali, di qualità indiscutibile e per questo duraturi nel tempo.

Il convegno vuole anche essere un’occasione speciale di incontro in presenza dopo gli ultimi anni di chiusura degli spostamenti tra Giappone e Italia dovuti all’emergenza sanitaria che hanno lasciato uno strascico pesante a livello di ricerca e di relazioni interpersonali oltre che nell’economia. Per questo, si è scelto la forma mista, dando la possibilità ai relatori impossibilitati a muoversi di connettersi da remoto, e al pubblico internazionale di partecipare in diretta tramite in canali social ufficiali di Ateneo: Facebook per la diretta in italiano e YouTube per la diretta in giapponese.

Il simposio rappresenta un primo appuntamento di un progetto pluriennale sul design tra Giappone e Italia che prevede mostre e nuovi appuntamenti sia in Italia sia in Giappone rinvigorendo un rapporto già profondo tra i due Paesi che troverà ulteriore voce con l’Expo 2025 di Osaka, città gemellata con Milano.

Oltre al supporto speciale della Ishibashi Foundation – tra le istituzioni culturali giapponesi più prestigiose e attive nel supporto alla ricerca e alla promozione della cultura giapponese, a cui si deve anche la costruzione del padiglione Giappone della Biennale di Venezia e a cui appartiene l’Artizon Museum nel cuore di Tokyo,  tra i partner scientifici del progetto si citano il Research Center for Advanced Science & Technology (RCAST), Advanced Art Design Laboratory (AAD) della Università di Tokyo,  la Scuola Italiana di Studi sull’Asia Orientale (ISEAS), l’ADI Design Museum Compasso d’Oro di Milano, la rivista giapponese AXIS.

L’evento è inoltre patrocinato dall’Ambasciata d’Italia a Tokyo e dal Consolato Generale del Giappone a Milano oltre che dalla Japan Foundation / Istituto Giapponese di Cultura in Roma, dall’Associazione Italiana per gli Studi Giapponesi (AISTUGIA) e dal Contemporary Asia Research Centre dell’Università degli Studi di Milano. Media partner le riviste AXIS World’s Design, Designboom, Interni.

Il convegno si tiene in lingua italiana e giapponese con traduzione simultanea.

La partecipazione al pubblico è libera. Si prega di iscriversi per avere assicurate le cuffie per la traduzione simultanea ai seguenti link:

diretta Facebook in italiano https://www.facebook.com/LaStatale/

diretta YouTube in giapponese https://www.youtube.com/user/UnimiVideo

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